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1.07.2011

GITA SUL MONTE SANTO E VODICE

TRAVERSATA ISONTINA DA SOLKAN A DESKLE LUNGO LA DORSALE DEI MONTI SANTO E VODICE
DOMENICA 16 GENNAIO 2011
L’itinerario: Sella di Dol (336 m), monte Santo-Sv.Gora (681 m), monte Vodice (651 m), Palievo (350 m), Deskle (94 m)
IL PROGRAMMA DELLE GITA: indicazioni e orari                                      cliccare sui nomi in corsivo rosso per vedere i siti correlati e su * per vedere le foto
Ritrovo dei partecipanti alla gita in via Fabio Severo, di fronte alla Rai.
Ore  8.00 Trieste. Partenza con la corriera. Il tragitto stradale: passando per la strada costiera e poi per quella del vallone, si raggiunge Gorizia. Entrati in Slovenia attraverso l’ex-valico di Sant’Andrea, si tange Nova Goriza arrivando nello storico paese di Salcano-Solkan. Sosta per un caffè. Prendendo la strada che porta verso la selva di Tarnova e Chiapovano, si raggiunge la sella di Dol (54 km. da Trieste) *. Preparazione per dare inizio all’escursione. *
Ore 10.00 Sella di Dol (punto 1).  Si raggiunge il vicino bivio con la strada che porta al santuario di monte Santo; inizio della salita verso la cima. Dopo ½ km. si prende a sinistra una mulattiera traversale, dove presto inizia il sentiero segnalato, inizialmente accidentato ma mai pericoloso, che risale l’erta pendice ovest del monte, volutamente rasentando le fortificazioni della linea difensiva austriaca *. Si percorrono lungamente il fondo di profonde trincee, ingressi di ricoveri, gallerie scavate nella roccia, ritornando infine sulla strada asfaltata nei pressi di un suo tornante, dove si stacca la mulattiera che conduce verso la cima *. Si raggiunge il grande posteggio * costruito per dare comodo accesso automobilistico al molto frequentato santuario. I meno allenati potranno qui pervenire sia risalendo più facilmente (per 3 km.) la strada asfaltata o addirittura con la nostra corriera (1 ora di cammino e 350 metri di dislivello in meno). Nelle giornate festive alta è l’affluenza della gente attratta, oltre che dalla presenza del santuario *, un buon ristorante * e di un museo che ricorda i tragici eventi della Grande Guerra, anche dallo stupendo panorama * che spazia apertamente sull’Isonzo, il monte Sabotino e la vallata di Gorizia . Passeggiata raccomandata (5 minuti) al colle di San Francesco, dove in origine era collocato un monumento del noto architetto Max Fabiani *.
La storia del santuario incomincia, come spesso accade, con l’apparizione della Madonna a una pastorella del posto (anno 1539). Logica per fede religiosa e anche per convenienza social-politica la costruzione del primitivo santuario nell’anno 1554, con venerazione popolare di due antiche immagini votive: il quadro posto al centro dell’altare, attribuito a Palma il Vecchio, e una cinquecentesca statua lignea dorata ora custodita nella cappella retrostante l’altare. La fede pellegrina superò perfino un ordine imperiale di soppressione (anno 1786) e la chiesa fu ricostruita a furor di popolo.* (Foto storiche) Purtroppo non riuscì a resistere però alla rovina della Grande Guerra, essendo posta come cardine della seconda linea difensiva austriaca e ridotta a poche macerie dai bombardamenti italiani. L’attuale edificio sacro e gli altri accessori sono il risultato della sua ricostruzione, avvenuta nel 1925. Sosta in visita al santuario e/o, facoltativamente, al museo della Grande Guerra (aperto dalle ore 11). L’itinerario della gita prevede di seguire tutta quel erto crinale che fu oggetto dei più cruenti scontri della seconda fase delle battaglie dell’Isonzo (agosto 1916-otttobre 1917). Dalla testa di ponte di Plave, conquistata dagli italiani fin dal suo inizio (maggio 1915), partirono a più riprese e con esito alterno gli assalti italiani alla munitissina seconda linea difensiva austriaca che, inizialmente appostata sul monte Sabotino, era stata qui arretrata per effetto della vittoria italiana nella sesta battaglia dell’Isonzo (agosto 1916). Appena nel maggio del 1917 gli italiani riuscirono a impossessarsi del monte Cucco e del Vodice, mentre il monte Santo, con il santuario ormai raso al suolo, fu conquistato solo nell’agosto seguente. L’enorme, vicendevole sacrificio di tante vite umane fu reso inutile e ininfluente per effetto del ripiegamento generale italiano sull’estrema linea difensiva del Piave, durante la drammatica “ritirata di Caporetto” dell’ottobre 1917.
Ore 12.30 Monte Santo (punto 2). Partenza a comitiva unita dal piazzale del monte Santo. Ignorando il troppo accidentato percorso di cresta, si scende con una larga strada bianca * fino a pervenire alla sella che separa il monte Santo dal Vodice, la nostra prossima meta. Seguendo la strada si potrebbe pervenire comodamente alla vetta, ma dalla sella parte (indicazioni) anche un segnavia bianco-rosso * che induce a seguire un mulattiera-scorciatoia molto panoramica che consente di salire più direttamente, senza difficoltà, alla sommità del monte Vodice. Due i monumenti qui esistenti: il primo consiste in un mausoleo circolare eretto in memoria del generale Gonzaga: l’interno, interamente mosaicato, reca nomi delle battaglie e stemmi; l’altro. dedicato agli alpini, decentrato ma facilmente raggiungibile con una breve deviazione, è costituito da un’aquila in pietra sorretta da una colonna *. Impressiona la vista retroattiva sul santuario del monte Santo come quella sull’imponente versante est del monte Sabotino, separato dall’azzurrissimo Isonzo. Sosta per il pranzo al sacco.
Ore 13.30 monte Vodice (punto 3). Scendendo con un evidente sentiero attraverso un rado bosco, si perviene a una vasta area pascoliva che conduce alle “case Vodice”, due isolate costruzioni rurali.  Nelle giornate limpide è molto bella la veduta rivolta verso tante cime delle Alpi Orientali. Seguendo la forestale d’accesso si attraversa quasi in piano fino ad arrivare alla sella posta fra il Vodice e il successivo monte Cucco. La sella è attraversata da una strada locale che sale dall’Isonzo, toccando le frazioni di Zagora e Zagomila. Nelle vicinanze, si trova una lapide commemorativa detta “Novak Plaz” *. Tralasciando l’ipotesi indicata di salire in vetta al monte Cucco, troppo inselvatichito per consentire una gratificante visita, si prende invece la larga strada forestale, particolarmente ben tracciata, che taglia il versante settentrionale del monte. Dopo mezz’ora di un po’ monotono ma rasserenante procedere, si sfocia sull’asfalto presso le poche case di Palievo, un isolatissimo abitato posto in un’amena conca prativa. La strada continua e conduce (eventuale scorciatoia inerbita) all’aperta zona sommitale di un piccolo poggio (Krin, q.350) dove è situata una grande “casa per cacciatori”, con annesso campo di bocce e tavoli per picnic. Il rilievo è un ottimo belvedere sull’alta valle dell’Isonzo dove, la bruttura del fondovalle, occupato dalle strutture del cementificio di Salona, è ampliamente ricompensata dalla bellezza dell’Isonzo, delle montagne intorno e, nello sfondo visivo, le splendide creste dei monti Nero e Bogatin .
Ore 15.00 Palievo, casa per cacciatori (punto 4). Si scende alla vicina selletta che divide dal rilievo di quota 383, denominato “Poggio Montanari”; vicina si trova la ricostruita chiesetta rupestre di San Quirino. Per concludere l’itinerario una tabella indicatrice induce a prendere, in un ambiente boschivo trascurato un varco rappresentato da una carrareccia che dapprima si tiene in alto della dorsale, poi con alcune svolte scende nel piano nei pressi della frazione Britovo. Siamo ormai arrivati alla case di Deskle *.
Ore 16.00 Deskle (punto 5). Arrivo al centro del paese, dove sarà in attesa la corriera. Nei pressi sono aperti un bar, una pizzeria e la gostilna Zimic. Fine dell’escursione.
Ore 16.30 Deskle. Partenza con la corriera. Arrivati a Salcano, si rientra in Italia mirando al centro di Gorizia. Con una breve passeggiata si raggiunge la molto nota “Trattoria da Gianni” (tel. 048153568) * (scheda), dove verrà effettuata una sosta di 1 ora per festeggiare la fine della gita d’apertura del Cai XXX Ottobre, con possibilità di una cena in compagnia composta di un primo piatto  “Tris da Gianni”, al prezzo concordato di € 8 (otto), bibite escluse (prenotazione in sede, pagamento in corriera).
Ore 18.45 Gorizia. Si ripercorre il tragitto stradale fatto il mattino.
Ore 19.30 Trieste. Arrivo in Foro Ulpiano: fine della gita.

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